venerdì 26 giugno 2015

Portofino & Recco (Liguria)

Da tempo ero curiosa di vedere e visitare Portofino; ero stata a Santa Margherita ligure ma solo per pochissimo tempo, senza arrivare a questo famoso posto così adorato dai vip del mondo dello spettacolo e non.











Questa volta finalmente l’opportunità c’è stata.
 
Vi dirò che sapevo di non dovermi aspettare chissà che cosa - già ne ero a conoscenza che questa piccola cittadina di 439 anime non poteva essere grande - ma dopo aver superato una strada abbastanza faticosa e stretta , arrivi in una conca di pescatori dove purtroppo a causa delle grandi imbarcazioni perdi la visuale di questa piccola pittoresca città. Mi è piaciuto costeggiare il porto e vedere che c’è anche un bel parco naturale con diversi sentieri di oltre 60km per godersi la ricchezza e la varietà degli ambienti naturalistici.
 Ho visto inoltre che ci sono tanti piccoli negozietti e mini gallerie d’arte dove vendono quadri con paesaggi di vita locale marinaia.
Per quanto riguarda i ristoranti, i prezzi in alcuni posti sono da circa 7 euro per un panino, 15 euro un primo e 10/12 euro la pizza. Diciamo che ci sono prezzi per tutte le tasche.
 
Se andate in macchina attenti; il parcheggio costa 5.50 euro /ora. Se ti fermi meno comunque paghi l’importo dell’ ora piena, invece se passi una giornata e quindi 24 ore il prezzo si aggira sui 15/17 euro, se non ricordo male.
 
Lasciando dietro di noi Portofino andiamo a Recco, sempre nella riviera di levante. Famosissima per la sua focaccia. Dopo aver fatto un bel pranzo ligure con la specialità del posto andiamo a prendere il sole per riposare dalle fatiche della giornata (eh sono state tante… hahhhahaha.)


Se per caso andate, passate da “Focaccia d’autore”; oltre ad essere buona, l’intero staff è davvero molto simpatico, ve lo dimostro con qualche foto.


 
 
Che dite, mi sta bene il capellino da Focacciara????

 

martedì 16 giugno 2015

Dubai


Questa città mi ha sempre incuriosito e finalmente durante il mio viaggio in India ho fatto la fermata che mi ha dato possibilità di vederla da vicino.
Dubai (già il nome è molto curioso) significa strisciare, lucertola o piccola locusta. E’ uno dei 7 emirati che compongono gli Emirati Arabi Uniti ed inoltre è secondo al più grande emirato per area dietro Abu Dhabi. Il più antico insediamento noto della città risale al 1799.
Il 2 dicembre 1971, dopo il disimpegno britannico dal Golfo Persico, Dubai costituì gli Emirati Arabi Uniti assieme ad Abu Dhabi e ad altri cinque emirati. Nel 1973, Dubai e gli altri emirati adottarono una moneta comune, il dirham.
Una curiosità, il Dubai World Central-Al Maktoum International Airport diventerà il più grande aeroporto del mondo con 6 piste, 4 terminal e una capacità annua di 160 milioni di passeggeri e 12 milioni di tonnellate di merci a lavori ultimati che ancora per loro non sono finiti.


Ma l’attrazione che tutti vogliamo vedere a Dubai è il Burj al-Arab (Torre degli arabi), che è l'icona di Dubai nel mondo. Alcuni dati numerici impressionano e rendono unico questo paese: solo il 20% della popolazione è locale, mentre l'80% proviene da paesi stranieri (in primis India, Pakistan e Bangladesh); la catena alberghiera Jumeirah ha circa 23.000 addetti e il solo Burj al-Arab ne conta circa 1600; il Burj al-Arab è la struttura alberghiera più lussuosa al mondo, con 7 stelle.
Una mia cara amica mi ha informato che per andare o entrare nell’hotel hai la possibilità attraverso una cena con una spesa minima di 250eur per persona… con quella tecnica di sicuro non perdono soldi per i curiosi, ma l’esperienza vale tutti i soldi se siete disposti a spenderli.

 

Altra struttura particolarmente imponente è il Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo. Si estende per un'area di oltre 220.000 metri quadrati, di sola area commerciale, a cui si aggiungono un cinema da 14 sale e un teatro. All'interno di un altro centro commerciale, il Mall of the Emirates vi è un'area interamente dedicata agli sport invernali: lo Ski Dubai, un complesso indoor con 3 piste da sci, una da slittino e uno snowpark per i bambini.

 

 Nel 2009 è stato aperto il primo tratto della prima metropolitana di Dubai che, una volta completata, collegherà tutta la città fino a raggiungere Jabel Ali: 5 stazioni, 18 chilometri di tunnel e 51 chilometri di viadotti; per una stima di 1,2 milioni di passeggeri al giorno.
 
 
Sicuramento tornerò per godermi al massimo questa città imponente e così proiettata al futuro.

Dehli ( India)


Prima di rientrare a casa, la nostra ultima tappa è stata andare a vedere il Bahai Temple, ispirato al fiore di loto, simbolo della pace, purezza e bellezza. Il tempio è legato in India alla religione, meditazione e preghiera, comune all'induismo, al buddhismo e al giainismo.
 
ll Bahai Temple di Delhi o Tempio del Fiore di Loto è l'ultimo di sette edifici realizzati in varie parti del mondo per commemorare la fede Baha'i, religione mondiale indipendente che proclama l'unicità di Dio e propugna il principio dell'unità dell'intera razza umana. Nel Tempio del Fiore di Loto a Delhi i fedeli di ogni religione possono venire qui a pregare e meditare in silenzio, secondo gli usi della propria religione.
Il tempio, inaugurato nel 1986, è stato progettato dall'architetto Fariburz Sahba e sorge nel centro  una vasta area realizzata a giardini.


Le tre corolle, composte ciascuna da nove petali, simboleggiano l'intelligenza, l'unità e l'unicità, sono in cemento a forma di conchiglia.
All'esterno bianchi pannelli di marmo greco rivestono i petali.

All'interno il grande spazio vuoto circolare, dove è osservato un rigoroso silenzio, predispone il visitatore alla preghiera e alla meditazione.


Gente di ogni religione, casta e razza si raduna qui per sperimentarne la profondità spirituale.
Unica eccezione alla "regola del silenzio" sono i momenti delle funzioni e delle preghiere pubbliche, durante le quali si recitano testi scelti dai libri sacri di tutte le religioni e un coro di cantori ispira l'anima intonando melodiosamente gli inni.
Particolarmente emozionante la sera per gli effetti di luce che enfatizzano i suoi 27 petali; il tempio del Fiore di Loto è un segno tangibile della città anche dall’alto atterrando all'aeroporto di Delhi.
Devo dire che all’interno senti molta quiete, tutto è in silenzio nonostante sia conscio che ti trovi in una città frenetica, piena di  rumori. Ho chiuso gli occhi e lasciato che il silenzio e la piccola brezza che arrivava a me mi cullasse nei pensieri positivi.

Un’altra cosa da vedere a Dehli è la più grande moschea dell’India, Jama Masjid (che significa moschea del venerdì); si trova nella parte vecchia di Delhi. È un edificio imponente, iniziato a costruire nel 1644 e terminato 14 anni dopo. L’Imperatore Shah Jahan è stato il committente di quest’opera, come di altri importanti monumenti, tra cui il Forte Rosso e il Taj Mahal. 
 
 
 
 E’ un pò difficile da trovare, ma se siete a Dehli fate cosi: prendete la metro e scendete alla fermata Chadno Chok, attraversato il mercato andate verso il Forte Rosso, ma prima di arrivarci girate a destra verso il bazar del cotone, lì troverete la Moschea.


 Per accedere alla Jama Masjid troviamo tre grandi porte, la maggiore delle quali era riservata esclusivamente all’Imperatore. Spiccano inoltre le quattro torri e i due minareti, di 40 metri d’altezza, che offrono una vista panoramica sulla città. Il cortile principale della moschea misura 408 metri quadrati e il suo pavimento è realizzato in pietra rossa. Al centro troviamo una grande vasca di marmo dove i fedeli si lavano le mani prima di pregare.

 Poi siamo passati in macchina a goderci l’Indian Gate. La porta dell'India è un monumento nazionale dedicato ai soldati caduti. Questo arco di 42 metri fu realizzato dopo la Prima Guerra Mondiale per commemorare i soldati caduti in difesa della nazione. 13.000 di essi morirono durante la guerra afgana e i loro nomi compaiono in una lunga iscrizione. Sotto l'arco si trova Amar Jawan Jyoti, una fiamma alimentata continuamente per commemorare i soldati caduti combattendo per l'impero britannico.

Infine, ma non meno importante, siamo andati al Gandhi Memorial, o di Raj Ghat, che significa cortile reale. Una semplice lapide a forma di lastra di marmo segna il luogo in cui è stato incenerito il corpo del Gandhi il 31 Gennaio 1948, un giorno dopo il suo assassinio. La lastra di solito ha fiori posti da indù ed è affiancata da una fiamma sempre ardente, e una scritta con le parole sanscrite "Hey Ram" che significa Oh, Dio! Pare siano state le ultime parole pronunciate dal Gandhi.

Mi raccomando anche qui si entra rigorosamente senza scarpe ed essendo un caldo micidiale, vi consiglio di portarvi i calzini se non volete bruciare i vostri piedini. In più non si può entrare con bevande quindi evitate di portarle con voi. Sarete perquisiti all’entrata del parco dopo una bella passeggiata proprio alla lapide.
 

Ci sono ancora tantissimi posti meravigliosi da visitare in questa città ma purtroppo il tempo fu quello che fu, ma sono certa che tornerò per vedere altre regioni e se riuscissi per ammirare un matrimonio indiano di cui ne sono rimasta molto colpita.

 














 

venerdì 12 giugno 2015

Udaipur ( India)

L’ultima tappa del nostro bellissimo giro è stata visitare Udaipur, nella provincia di Mewar. Il nome di questa città viene da “Uda” che è il nome del re e Pur che è la terra, quindi la terra di Uda (del Re). E’ stata fondata nel 1569 ed è una citta di laghi con ben 11 laghi artificiali, la chiamano la Venezia del Oeste.


 
Abbiamo visitato il famoso City Palace, ma solo una parte in quanto il 50% è stato convertito in hotel e solo la parte restante è museo. Questo non è un palazzo costruito e finito; diciamo che c’è la parte più antica che risale al 1559/1690, in quanto si sono susseguite 24 generazioni in 500 anni ed ognuno ha voluto dare il suo tocco personale.
 
Questo museo vanta sale davvero incredibili, ornate da stravaganti decorazioni a specchi, piastrelle e dipinti. Una - piena di specchi anche nel soffitto - era la stanza personale del maharaja per suo personale piacere.
Ci sono poi dei cortili stupendi con dei pavoni di vetro sulla parete, spettacolari! E’ un palazzo da gustare soprattutto con una guida perché è leggermente complicato farlo da soli.
A Udaipur non ci sono fortezze ma questo palazzo è stato un mix tra forte e palazzo per difendere la città.
La sera siamo andati al Bagore Ki Haveli a vedere uno spettacolo di danza indiana; dirvi che è stato spettacolare è niente. Queste fanciulle hanno dimostrato quanto è bello preservare e diffondere la proprie tradizioni. Ecco per voi un pezzettino dello spettacolo che non potrà però in alcun modo farvi sentire le vibrazioni al cuore e la gioia di essere in quel momento in platea.










Non pensavo di sperimentare massaggi ayurvedici indiani, ma devo dire che quando sono passata davanti a questo centro qualcosa mi ha attratto.

Ho chiesto delle informazioni e mi ha salutato Raju, il figlio del proprietario. Anche lui, come il padre prosegue la tradizione di famiglia e opera come massaggiatore. Mi ha subito toccato alcuni punti della mano e mi ha detto quali potevano essere i miei problemi. Sono rimasta subito un po’ scettica ma mi sono fidata; devo dire che la fiducia è stata ben riposta. Dopo un massaggio di circa 1 ora in una piccola stanzina sopra lo studio, mi sono sentita ringiovanita di almeno 10 anni. Sono una persona che adora i massaggi, ne ho fatti diversi in Thailandia, oltre a massaggi sportivi e medici, ma le mani di Raju sono state veramente celestiali per la mia schiena e per il collo. Se passate da Udaipur andate presso il suo centro che si chiama Bharti Massage Center.

 



E siccome non mi sono fatta mancare niente, eccomi l’ultimo giorno – a poche ore della partenza a casa – a seguire un mini corso di cucina indiana con la moglie del nostro ristoratore della cena della sera precedente. Con questa lezione ho avuto la possibilità di conoscere molto più da vicino una normale famiglia indiana, i loro costumi, la loro casa e la loro accoglienza; mi sono sentita a casa! Ho imparato a far qualcosina…. Infine, dall’India mi porterò’ momenti felici e momenti di sconforto, ma soprattutto dei grandi insegnamenti di vita.