lunedì 8 giugno 2015

Agra ( India)

Prima di partire mi hanno detto che il viaggio in India mi avrebbe cambiato la vita; devo dire che non sono tornata figlia dei fiori o yoga dipendente. Devo però dire che stare lì mi ha insegnato che noi in occidente corriamo dietro al tempo, per raggiungere degli obiettivi, cose e mete a volte così difficili e stressanti senza un perché.

 
Nonostante il caos che regna nelle grandi città dell’India, loro sono un popolo lento, che fa le cose tempi che a noi sembrano infiniti ma ti insegnano anche il grande valore che ha per loro la famiglia, le relazioni interpersonali e la maggior parte degli animali che loro considerano sacri o comunque non mangiabili.

 
L’India è un paese di grandi contradizioni, sono partita che sembravo una farmacista in piena inaugurazione causa tutti consigli che ho letto per quanto riguarda l’igiene, invece sono stata positivamente sorpresa, in quanto ho trovato persone tutti giorni che pulivano la strada. Non dico con questo che sia pulito, per gli standard europei no, ma direi che ci sono certe città anche in Europa che sono agli stessi livelli dell’india.

 
Un’altra cosa che mi ha meravigliato sono le donne; da quelle che portano sulla testa pacchi pesanti di cemento, terra e oggetti vari sino al perfetto equilibrio in moto con marito e due figli mettendosi di lato. Come dicono in inglese it’s amazing!!!!!!!!
 
Ah, non poteva mancare anche un commento sulla guida “sportiva” degli indiani. Un ragazzo conosciuto in India mi ha detto che per guidare in India servono 3 cose; 1 buon clacson, 2 buoni freni e 3 tanta fortuna. Io direi che manca ancora un 4 elemento: quello degli attributi, perché scegliere di entrare in quel traffico senza legge è una pazzia.
 
 
Ci sono stati giorni in cui avrei voluto scappare dal caldo afoso, dagli odori di fogna aperta e dal continuo assediamento da parte dei venditori ambulanti, ma ci sono stati giorni e momenti in cui ho apprezzato la loro compagnia, i loro posti sacri e il sorriso d’un bambino dopo aver mangiato una caramella.
 Iniziamo quindi questo post con il luogo a mio parere più magico dell’India, la ragione del mio viaggio.
 Agra e il suo maestoso Taj Mahal
Tutti sappiamo che questa opera architettonica è stata creata per amore; ma sapete davvero la storia che cela questo splendido mausoleo?
Dedicato alla consorte dell’imperatorie Shah Jahan, di nome Mumtaz Mahal che significa eletta del palazzo, conosciuti quando avevano solo 16 e 15 anni rispettivamente in una festa dove le donne di corte vendevano esse stesse le merce al posto dei mercanti. Fu amore a prima vista ma solo dopo che furono passati 5 anni dalla loro conoscenza e altri due di matrimonio con delle principesse finalmente sono stati insieme.
Nonostante fosse sempre incinta, Mumtaz accompagna sempre suo marito nelle campagne militari; peccato che nel 1630 alla 14esima gravidanza morì dando a luce un’altra figlia. Morente chiese al suo adorato di fare un monumento che ricordasse il loro amore. Ecco che nel 1631 iniziarono i lavori per il Taj Mahal. Gli indiani dicono che fu costruita in 17 anni, ufficialmente sono 22. Ci hanno lavorato circa 20 000 operai. In se il Taj è questa edificazione all’interno di questo giardino, con 4 mezzi ottagoni agli angoli. Ogni dettaglio comunque non è stato creato a casa, segue i parametri del paradiso islamico. Oggi all’interno si trovano tutte e due le tombe di questi innamorati senza tempo….



















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