mercoledì 10 giugno 2015

Bikaner ( India)

Sempre nelle vicinanze di Bikaner troviamo un posto molto singolare, Royal Cenotaphs: una serie di piccoli mausolei o monumenti funerari di nobili e relative mogli e concubine. Ma più che per i personaggi sepolti è interessante per le strutture edificate di marmo bianco e sabbia arenaria. Ti fermi poi e guardi a distanza e trovi le eoliche per ricordarti che c’è la tradizione ma anche uno sviluppo in questa nazione magica e piena di leggende. Il sacro e il profano!
 





 
Un’altra tappa finita, ora ci spostiamo verso Bikaner, ma sulla strada andiamo a cercare il Karni Mata Temple (il temio dedicato ai ratti) a Deshnock. 



 
Tutto iniziò con Karni Mata, che visse nel XIV secolo e fece alcuni miracoli, ma quando il suo figlio minore Lakhan mori affogato, chiese al dio della morte Yama di riportarlo in vita. Yama disse che non poteva farlo a differenza di Karni Mata in quanto rincarnazione di Durga. La dea compì prontamente il prodigio di riportare in vita il ragazzo e decretò che la famiglia di Mata non sarebbero più morti ma tutti reincarnati sotto forma di Kaba (topi).
 

Per gli indiani è un onore anche solo condividere del cibo con questi animaletti non tanto amati in occidente, comunque saranno magici in quanto non si sono mai avuti problemi di malattie per i visitatori. Noi siamo entrati più o meno verso mezzogiorno. All’interno senti l’odore di dolciume cotto dal sole e anche di escrementi. Meno male potevamo stare con i calzini perché anche se sono una persona abbastanza alla buona e non mi faccio problemi ad andare scalza qui mi faceva veramente senso. Come al solito si devono lasciare le scarpe fuori e quindi alla uscita ci sarà l’indiano in attesa della sua mancia. Anche per fare foto all’interno si deve pagare 30 rupie per portare dentro la macchina.
 
Io ho preso tutto il coraggio che avevo e mi sono seduta vicina a questi roditori per una foto memorabile che ancora oggi guardo con stupore.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 


 
Dopo esserci ripresi dal ratto arriviamo alla cittadina di Bikaner a visitare il Junagah Fort, costruito da Raja Rai Singh sovrano di Bikaner e guarda caso generale dell’imperatore Akbar. Come tutti i forti in India anche questo è imponente e interessante da visitare. Anche qui tra sale per le udienze pubbliche e quelle private, si vede lo sfarzo delle stanze finemente decorate (c’è anche del vetro di murano). Ma la parte più interessante è il Gaj Mandir ovvero gli appartamenti privati del Maharaja Singh e delle sue mogli predilette (solo per queste sale ci sono voluti 3 architetti). La stanza principale è adornata con tappetti antichi di 100 anni e porte in legno lavorate tutto a mano con letto in mezzo e dietro un piccolo corridoio con altre stanze più piccole per le consorte. Anche qui troviamo corridoi con minuscole finestre sempre per dare visione alle consorti senza essere viste.

 
All’interno del forte troviamo anche un particolare, un ascensore elettrico del 1914 e delle foto di Paitela Buperdersing che ha avuto 365 moglie 400 figlie e solo un figlio maschio (quando si dice che la perseveranza paga).
Alla fine si arriva al piano terra dove c’è anche un piccolo aereo e un trono con i due leopardi imbalsamati con sguardi un spaventosi. Qui è stato interessante vedere i mezzi trasporto utilizzati per portare sia il mahraja sempre in vista e le consorti invece chiuse in speciali scatole più o meno spesse a seconda della stagionalità. Io mi sarei sentita un pollo arrosto.  Anche qui l’entrata per turisti è di 300 rupie e la cosa curiosa è che intere famiglie di indiani ci chiedevano di farci le foto insieme, ci siamo sentiti molto vip.




 
 

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