martedì 16 giugno 2015

Dehli ( India)


Prima di rientrare a casa, la nostra ultima tappa è stata andare a vedere il Bahai Temple, ispirato al fiore di loto, simbolo della pace, purezza e bellezza. Il tempio è legato in India alla religione, meditazione e preghiera, comune all'induismo, al buddhismo e al giainismo.
 
ll Bahai Temple di Delhi o Tempio del Fiore di Loto è l'ultimo di sette edifici realizzati in varie parti del mondo per commemorare la fede Baha'i, religione mondiale indipendente che proclama l'unicità di Dio e propugna il principio dell'unità dell'intera razza umana. Nel Tempio del Fiore di Loto a Delhi i fedeli di ogni religione possono venire qui a pregare e meditare in silenzio, secondo gli usi della propria religione.
Il tempio, inaugurato nel 1986, è stato progettato dall'architetto Fariburz Sahba e sorge nel centro  una vasta area realizzata a giardini.


Le tre corolle, composte ciascuna da nove petali, simboleggiano l'intelligenza, l'unità e l'unicità, sono in cemento a forma di conchiglia.
All'esterno bianchi pannelli di marmo greco rivestono i petali.

All'interno il grande spazio vuoto circolare, dove è osservato un rigoroso silenzio, predispone il visitatore alla preghiera e alla meditazione.


Gente di ogni religione, casta e razza si raduna qui per sperimentarne la profondità spirituale.
Unica eccezione alla "regola del silenzio" sono i momenti delle funzioni e delle preghiere pubbliche, durante le quali si recitano testi scelti dai libri sacri di tutte le religioni e un coro di cantori ispira l'anima intonando melodiosamente gli inni.
Particolarmente emozionante la sera per gli effetti di luce che enfatizzano i suoi 27 petali; il tempio del Fiore di Loto è un segno tangibile della città anche dall’alto atterrando all'aeroporto di Delhi.
Devo dire che all’interno senti molta quiete, tutto è in silenzio nonostante sia conscio che ti trovi in una città frenetica, piena di  rumori. Ho chiuso gli occhi e lasciato che il silenzio e la piccola brezza che arrivava a me mi cullasse nei pensieri positivi.

Un’altra cosa da vedere a Dehli è la più grande moschea dell’India, Jama Masjid (che significa moschea del venerdì); si trova nella parte vecchia di Delhi. È un edificio imponente, iniziato a costruire nel 1644 e terminato 14 anni dopo. L’Imperatore Shah Jahan è stato il committente di quest’opera, come di altri importanti monumenti, tra cui il Forte Rosso e il Taj Mahal. 
 
 
 
 E’ un pò difficile da trovare, ma se siete a Dehli fate cosi: prendete la metro e scendete alla fermata Chadno Chok, attraversato il mercato andate verso il Forte Rosso, ma prima di arrivarci girate a destra verso il bazar del cotone, lì troverete la Moschea.


 Per accedere alla Jama Masjid troviamo tre grandi porte, la maggiore delle quali era riservata esclusivamente all’Imperatore. Spiccano inoltre le quattro torri e i due minareti, di 40 metri d’altezza, che offrono una vista panoramica sulla città. Il cortile principale della moschea misura 408 metri quadrati e il suo pavimento è realizzato in pietra rossa. Al centro troviamo una grande vasca di marmo dove i fedeli si lavano le mani prima di pregare.

 Poi siamo passati in macchina a goderci l’Indian Gate. La porta dell'India è un monumento nazionale dedicato ai soldati caduti. Questo arco di 42 metri fu realizzato dopo la Prima Guerra Mondiale per commemorare i soldati caduti in difesa della nazione. 13.000 di essi morirono durante la guerra afgana e i loro nomi compaiono in una lunga iscrizione. Sotto l'arco si trova Amar Jawan Jyoti, una fiamma alimentata continuamente per commemorare i soldati caduti combattendo per l'impero britannico.

Infine, ma non meno importante, siamo andati al Gandhi Memorial, o di Raj Ghat, che significa cortile reale. Una semplice lapide a forma di lastra di marmo segna il luogo in cui è stato incenerito il corpo del Gandhi il 31 Gennaio 1948, un giorno dopo il suo assassinio. La lastra di solito ha fiori posti da indù ed è affiancata da una fiamma sempre ardente, e una scritta con le parole sanscrite "Hey Ram" che significa Oh, Dio! Pare siano state le ultime parole pronunciate dal Gandhi.

Mi raccomando anche qui si entra rigorosamente senza scarpe ed essendo un caldo micidiale, vi consiglio di portarvi i calzini se non volete bruciare i vostri piedini. In più non si può entrare con bevande quindi evitate di portarle con voi. Sarete perquisiti all’entrata del parco dopo una bella passeggiata proprio alla lapide.
 

Ci sono ancora tantissimi posti meravigliosi da visitare in questa città ma purtroppo il tempo fu quello che fu, ma sono certa che tornerò per vedere altre regioni e se riuscissi per ammirare un matrimonio indiano di cui ne sono rimasta molto colpita.

 














 

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