Andare in Messico per me è stata la prima vera vacanza oltre oceano.
E’stata una rivelazione, ho scoperto un popolo umile ma molto orgoglioso della
sua terra e delle sue radici. Ho soggiornato ad Akumal che è una piccola cittadina
nel niente, ma eravamo vicino sia a Playa del Carmen che comodi per andare a
Tulum e Coba. La destinazione finale da vedere in questa breve vacanza fu
visitare Chichenitza.
Prima di arrivare a Chichenitza, già andare a Coba è stata una stupenda sorpresa;
dopo aver fatto un percorso in auto di circa 45min, ti trovi in questa jungla
non molto ospitale ad ammirare questo sito archeologico imponente. In una di
queste edificazioni a gradini potevi salire con l’aiuto d’una semplice corda,
Io che non soffro di vertigini non sono comunque salita causa paura della poca
sicurezza che mi ispirava la corda. Il mio compagno di viaggio mi ha detto che
la vista dall’alto toglieva il fiato.
E’stato poi il turno di Tulum, che è l’unico sito archeologico in tutto
il Messico che si trova sulla riva del mare. E’ una città sacra di origine
Maya; la struttura più significativa all’interno del sito è IL Castillo, una
fortezza tutta maya che visse il suo momento di maggiore splendore alla fine
del periodo classico) 1000d.c.
Dopo aver visto queste due meraviglie, Chichenitza è stata la ciliegina
sulla torta. Informazione di servizio: se volete visitarla partite presto e
spalmatevi tantissima crema solare prima di entrare, ma non le vostre creme
solari industriali, ci saranno in commercio all’interno quelle naturali (dicono
per preservare la natura). Il prezzo oramai non lo ricordo ma se non erro viene
applicata anche una tassa federale per entrare al sito. Ma vale la pensa
soprassedere alla tassa perché quello che ammirerete sarà immensamente
meraviglioso.
Una volta entrati dentro, non puoi non stupirti dalla meraviglia
dell’edificio più importante, la piramide di Kukulkan o il Castillo. Per pochi
giorni non sono riuscita ad essere presente durante il solstizio di primavera:
al calare e sorgere del sole gli angoli della piramide proiettano un’ombra a
forma del corpo di serpente, il Kukulkan, lungo la scalinata esposta a nord.
Continuando la visita trovi il Tempio dei Guerrieri, che è un complesso
dove al centro c’é una piramide a gradoni con file di colonne intagliate
raffiguranti guerrieri sui lati.
Stupiscono poi le dimensioni del campo da gioco per la palla; è lungo
166 metri e largo 68. Le mura che chiudono i lati sono alte 12 metri e sorreggono
degli anelli di pietra intagliata con figure di serpenti. Non so che gioco
fosse ma è certo che dovessero correre tanto. E’ il più grande campo per il
gioco della palla di tutta la meosamerica.
Una volta lasciato Chichenitza dirigendoci ad Akumal, facciamo una
fermata alle grotte di Balankanche. Qui mi preme redarguirvi sul fatto che non
è un’attrazione per tutti. Quando entri in questa grotta profonda, scendi per
circa 30 metri sotto terra; l’aria diventa pesante, hai caldo e fai fatica
anche a respirare. Possono scendere al massimo 20/30 persone alla volta e
sempre accompagnate da una guida locale. Non sono una persona sensibile alle
credenze mistiche, ma una cosa ve la posso dire. Prima d’entrare ero un poco
nervosa a causa di una discussione, ma una volta fatto il percorso all’interno,
sono uscita con una gioia e una pace interiore mai provata prima.
E’uno stupendo ricordo che mi porterò per tutta la vita.
Come ultima cosa, nel mio viaggio ho ricevuto come regalo di compleanno
l’entrata al Parco Xeh: http://www.xelha.com/xelha-mexico-attractions.php
E’ stato stupendo, una specie di parco acquatico ma al naturale, nel
senso che è tutto immerso nella natura, dal giro in un gommone con kit per fare
snorkeling nel fiume, al giardino botanico, giro sul trenino in mezzo alla
giungla. E come attrazione principale la possibilità di fare il bagno con i
delfini. Anche in questo caso non entri in una piscina, ma in un fiume profondo
(prima di fare il bagno sei obbligato a guardare un filmato su come devi
comportarti con questo magnifico animale) dopodiché ti viene tolto qualsiasi
oggetto che possa in qualche modo ferire la pelle del delfino e poi ecco che
fai il tuffo. Al nostro gruppo è toccato il piccolo maschietto Bolsch nato in
cattività, sua madre è stata recuperata in riva al mare colpita da uno squalo.
Toccare e vedere questo mammifero acquatico non ha prezzo…Quando ti si
avvicinava e ti guardava negli occhi sembrava sorridesse. Praticamente questo
parco è anche una specie di santuario per gli animali che vengono salvati,
curati e studiati… esperienza indimenticabile.
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