Ed eccoci ad un altro weekend di bel tempo e, siccome abito a Lugano, le
mi gite fuori porta non sono mai molto lontane. Avevo sentito parlare del
famigerato pollo al cestello di Attinghausen, ed io che sono amante delle
specialità del territorio non mi sono fatta mancare l’occasione di andare ad
assaggiarlo.
Devo dire che l’esperienza gustativa è stata ottima e, dopo aver
mangiato la medesima specialità in altri posti in Ticino, devo riconoscere che
la salsa al burro di Attinghausen - cosi segretamente custodita - è unica.
Anche l’atmosfera del locale è molto accogliente e caratteristica e, guai ad
usare le posate. Il pollo – servito in un grazioso cestello – è da mangiarsi
rigorosamente con le mani come la tradizione impone!
Dopo aver fatto questo pasto delizioso, come dolce mi sono recata a
Brunnen, piccola cittadina molto tedesca sulla riva del lago dei Quattro
Cantoni.
In passato anche famosi personaggi storici ne sono rimasti affascinati;
uno di essi fu Re Luigi II, grande ammiratore di Guglielmo Tell. Vi si recò nel
1865. Un altro personaggio storico che è stato conquistato dalla bellezza del
panorama fu Goethe.
Tornando a casa una piccola deviazione è d’obbligo, per vedere uno dei
simboli della Svizzera, la piccolissima città di Altdorf. Qui si trova un
monumento molto speciale per ogni cittadino - e sul quale c’è ancora una
disputa: parlo della statua di Guglielmo Tell.
Secondo la leggenda (detta da Miss Wikipedia), Guglielmo Tell nacque e
visse a Burglen (Canton Uri). Era un padre di famiglia ed era molto abile con
l’uso della balestra. Mentre passava per la città ignorò il cappello imperiale
fissato su di un’asta e che tutti i passanti dovevano, ogni qualvolta
passassero davanti, riverire. Chi non l’avesse fatto rischiava la confisca dei
beni o addirittura la morte. E così al fine di aver salva la vita, il balivo
Gessler (una sorta di dittatore locale imposto dagli Asburgo) impose a
Guglielmo la prova della mela. Ponendo la mela sulla testa del piccolo figlio
di Guglielmo, egli avrebbe dovuto centrare la mela con il rischio di uccidere
il figlio. La prova riuscì, ma Guglielmo aveva un’altra freccia nella manica
qualora le cose fossero andate per il verso sbagliato. Tale freccia sarebbe
ovviamente stata per Gessler. Questo gesto gli costò la libertà, ma in carcere
durò poco in quanto fu liberato dagli altri carcerati. Al terzo giorno dopo la
fuga Tell tornò e uccise il balivo Gessler. Quel gesto fu la scintilla che fece
insorgere il popolo. Venuti a conoscenza delle gesta di Tell, gli insorti
assediarono i castelli e cacciarono i balivi dalle loro terre. Questo eroe, si
dice, mori nel 1354 cercando di salvare un bambino che causa una tormenta era
stato trascinato nel torrente di Schächen.
La storia di questo piccolo paese e del suo fiero popolo mi ha davvero
affascinata; infatti mi sono ripromessa – non appena il tempo sarà più clemente
– una visita al famoso prato del Rütli dove nacque e venne siglata la nascita
della Confederazione.
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