giovedì 19 febbraio 2015

Kuala Lumpur

Dopo un paio di giorni nella caotica Bangkok, ecco che ci si parte a Kuala Lumpur. Vi ricordate il film “Entrapment” del 1999 con Sean Connery e Catherine Zeta Jones? Dopo averlo visto, sono sempre stata curiosa di vedere da vicino questo imponente edificio che dal 1998 al 2004 fu l’edificio più alto al mondo. Sono due torre alte 452 metri e con uno Skybridge a 171 m di altezza. Porta il nome della compagnia petrolifera Petronas che ha la sede in una delle due Torri.
Sotto si trova la fermata della metro e un grandissimo centro commerciale stile “La rinascente” o per avere un’idea analoga in Svizzera, la Manor con le marche più famose al mondo.
Mi rammarica non essere riuscita a salire perché avendo un numero esatto di ticket venduti in giornata per salire sullo Skybridge, non sono riuscita a prenderlo. Al suo posto sono salita sulla Menara Tower che comunque non scherza con i suoi 276 m di altezza. Purtroppo la vista non è mai stupenda a causa della grande foschia che c’é sempre in questa città e – tendenzialmente – nelle grandi metropoli asiatiche.
Il giorno dopo il nostro arrivo siamo andati a fare il tour a piedi che partiva proprio dalla City Gallery in Piazza Merdeka. Là puoi fare una bella foto con il cartello I love KL. Praticamente il tour della durata di circa 3 ore lo fai passando dagli edifici storici che circonda la Piazza. Passi dal Sultan Abdul Samad Building, che oggi ospita il Ministero dell’informazione e della cultura, successivamente per la piccola Cattedrale anglicana St Mary’s che risale al 1894 e il Royal Selangor Club che fu fondato nel 1884 dai britannici come una specie di golf club solo per i membri più prestigiosi. Ancora oggi l’entrata è riservata ai soli membri del club; noi siamo potuti entrare per visitarlo grazie alla nostra guida.
Lasciando alle spalle questa magnifica piazza arrivi alla Moschea Masjid Jamek che si trova proprio nella confluenza dei due fiumi dai quali Kuala Lumpur prese il nome (Gombak e Kelang) che significano ”confluenza fangosa”. Mentre ero li mi avevano raccontato con tutti i dettagli del perché nonostante un terra cosi fangosa abbiano comunque voluto costruire la città. Questa città ha visto grandi catastrofi come una grande incendio e un’inondazione che mise a dura prova la popolazione locale. Poi durante la seconda guerra mondiale fu occupata dall’impero giapponese nel 1942. Fu occupata in meno di 72 ore in quanto la maggior parte della popolazione non aveva un’educazione militare ma erano dei semplici agricoltori.
La cosa che più mi ha stupito è stato trovare la una grande varietà di credenze; infatti in un raggio di meno di 1 km abbiamo trovato la moschea Masjid Jamek, il tempio cinese Sin Sze Ya Temple e il tempio dell’induista Sri Mahamariamman. Dalla visita a questo tempio mi sono affascinata ed incantata della cultura indiana. E’stato l’ultimo dei 3 templi visitati; una volta entrati, tolti le scarpe come richiesto, ha cominciato a diluviare, cosa molto normale nei mesi di aprile /maggio. Diluvia per circa 2 ore e poi smette come se non fosse successo niente. Siccome siamo rimasti intrappolati all’interno del tempio, abbiamo presenziato ad una loro cerimonia e sono stata anche invitata a mettermi in fila con gli altri per la loro benedizione. Adoro i loro coloratissimi costumi e statue. Dopo essere uscita da lì mi sono detta che la prossima meta per l’anno prossimo sarebbe stata l’India e fra meno di 3 mesi sarò là.
Infine nel mio breve soggiorno ho fatto anche una piccola gita fuori porta, prendendo il trenino per Batu Caves, a 15 km da KL, dove si trova il tempio indù scavato nella roccia. Per arrivare alla cima devi salire ben 272 gradini e difenderti dall’attacco delle scimmie che non vedono l’ora di prenderti il mangiare dalle mani; qui loro sono padroni e si lasciano fotografare senza problemi dai visitatori. Ai piedi del tempio c’é una stupenda statua dorata dedicata al dio Murugan (Dio della guerra),misura circa 42 metri e fu eretta nel 2006.
Quello che mi sono portata nel cuore è stato conoscere tante persone di diverse parti dell’Asia: una cinese, una dello Sri Lanka, un’altra da Singapore; e sederci a tavolo e mettere a confronto cultura e tradizioni.
 
































































 

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